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Notizia del 23/10/2006
Un maestro se ne è andato
Non dimentichiamo la lezione di Rinaldo Bertolin
All’improvviso se ne è andato Rinaldo Bertolin, un imprenditore fiero della sua Valle d’Aosta, del suo lavoro, dei suoi amici.
Ci ha lasciato con il suo esempio tutta una serie di lezioni: per prima cosa era una persona che sapeva fare il suo mestiere, senza strafare. Il suo lardo è diventato sinonimo del paese della Porta della Vallee in cui operava, Arnad, e l’ha fatto conoscere bene in giro per l’Italia, coniugando qualità e produzione adatta ai mercati, senza scendere a patti con la logica del prezzo minimo imposto da troppe catene distributive. Nel suo lavoro non aveva nulla da nascondere: chi ha visitato il suo salumificio sa che dopo il salone espositivo e l’angolo degustazione, si trova il corridoio dal quale si possono osservare tutte le fasi di lavorazione dei prodotti della Maison Bertolin.
Attenzione al territorio (basti guardare i tanti prodotti esposti in negozio) ed ai produttori locali, che sosteneva con l’esempio, la sua vitalità e la volontà di far conoscere i migliori al di fuori della Valle, per dare uno sbocco ai prodotti ed un futuro alla comunità, ne avevano fatto l’alfiere ideale, come è accaduto recentemente al castello di Bard nell’incontro con l’Italia del Gusto, associazione della quale condivideva scopi e metodi.
La sua imprenditorialità l’aveva portato lontano, tanto da costruire un salumificio con una trentina di dipendenti, e a cercare nuovi sbocchi anche all’estero.
Un’altra lezione è la sua lezione sulla responsabilità sociale dell’imprenditore, interpretata a suo modo. Lui sapeva che il turismo può essere un grande volano per l’economia e per la cultura, e il suo impegno era per far sì che più persone possibile condividessero questo concetto, lavorando in prima persona e trascinando gli altri.
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