Notizia del 16/08/2015
13 agosto 2015 | E' arrivato al traguardo dei dieci anni il programma di ricerca a lungo termine sulla marmotta alpina, iniziato nell'estate del 2006 nel Parco Nazionale Gran Paradiso
PARCO GRAN PARADISO - La marmotta, sentinella del delicato ecosistema alpino
E' arrivato al traguardo dei dieci anni il programma di ricerca a lungo termine sulla marmotta alpina, iniziato nell'estate del 2006 nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Questo roditore di medie dimensioni è naturalmente presente con una buona densità all'interno del Parco e su tutto l'arco alpino. La marmotta merita di essere studiata e monitorata anche per altre ragioni: è un buon indicatore dello stato di salute del delicato ecosistema alpino, inoltre ha un impatto sulla vegetazione in quanto è una specie erbivora, e sul suolo, poiché utilizza e scava sistemi di tane nel terreno ed è preda per aquila e volpe.
"La marmotta alpina ha caratteristiche comportamentali e fisiologiche che la rendono particolarmente interessante ed ideale come soggetto di studi ecologici ed etologici - spiega Achaz von Hardenberg, biologo del Parco - nell'ambito di questo programma stiamo sviluppando linee di ricerca che vanno da aspetti gestionali, di eco-patologia a studi incentrati sul comportamento della marmotta. Nonostante le difficoltà delle ricerche sul campo, studiare il comportamento delle specie in condizioni naturali è particolarmente importante perché permette ai ricercatori di raccogliere dati su popolazioni sottoposte alle pressioni naturali dell'ambiente e studiare come la selezione naturale agisce sulle caratteristiche della specie".
Il team di ricercatori al lavoro sul campo da aprile a settembre è coordinato dal servizio scientifico dell'Ente Parco e vede coinvolti studenti delle Università di Pavia, Parma, Montrèal (UQAM), Bologna, Genova, oltre a collaborazioni con enti e gruppi di ricerca nazionali e internazionali. In questi anni sono state individualmente marcate e seguite più di 280 marmotte appartenenti a 18 famiglie diverse. Le marmotte sono marcate così da rendere ciascun individuo riconoscibile per gli anni futuri e permette agli studenti di raccogliere dati sul comportamento individuale, sulla biometria, sulla riproduzione e in generale su tutti gli eventi che interessano la vita di ciascuna marmotta.
Uno dei principali temi studiati è la socialità nella specie, caratterizzata dalla rigida struttura gerarchica delle famiglie di marmotte e mantenuta dagli individui tramite display e interazioni comportamentali. Le ricerche in corso stanno permettendo ai ricercatori di capire meglio come si stabilisce questa gerarchia e quali sono le caratteristiche individuali (peso corporeo, età, legami di parentela,..) che facilitano un individuo nel raggiungere la posizione più alta. Non solo: a seguito di uno studio sviluppato in questo progetto negli scorsi anni in cui è stato dimostrato come le marmotte differiscano nella loro 'personalità' una dall'altra, si sta valutando come il carattere di un individuo possa influire nella possibilità di diventare un dominante e quindi di avere accesso alla riproduzione.
I dati raccolti ogni anno permettono anche di monitorare, in una zona campione della popolazione di marmotte del Parco quale è l'area di ricerca di Orvieilles, la riproduzione e la sopravvivenza della popolazione nelle diverse classi di età, ed in futuro di legarla ad eventuali variazioni nella fenologia della vegetazione, nelle variazioni di temperatura o di copertura nevosa invernale. Proprio questi motivi rendono importante lo studio della marmotta per più anni consecutivi, in modo da produrre una serie storica di dati che permetta di capire se e quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto in questi anni su una delle specie chiave dell'ecosistema alpino.
Torna a inizio pagina